Il 14 Gennaio 2017, a Buenos Aires, l’equipaggio composto da Cédric Duplé, Yves Tartarin e Philippe Croizon chiude al 48° posto il Rally Dakar.
La notizia finirebbe qui, con i complimenti a loro ed a tutti quelli che, da anni, decidono di affrontare aree desertiche, dune, temperature elevate e sfide fisiche e meccaniche per seguire la propria passione per i motori.
Finirebbe qui se Philippe, per guidare il suo buggy modificato, non fosse seduto su una tavola che gli mantiene gli arti inferiori in posizione, malgrado le vibrazioni.
Se non fosse circondato da un’imbracatura a sganciamento rapido ancorata all’abitacolo.
Se non guidasse con un joystick agganciato ad un guscio di carbonio e, per cambiare, non usasse una piccola leva collocata alla sua sinistra.
Perché Philippe Croizon, nel 1994, è stato vittima di una gravissimo incidente domestico.
E, da allora, è un quadriamputato.
Ma è anche uno che non si arrende.
Uno che, durante la degenza e la riabilitazione, si innamora del nuoto e si allena ogni giorno, per cinque ore, per attraversare la Manica.
E che lo fa nel 2010, a 42 anni, in circa 14 ore.
Uno che, a Novembre del 2015, annuncia di voler partecipare alla Dakar.
Che, per prepararsi, partecipa al Rally del Marocco 2016, arrivando 15° in coppia con Cédric Duplé.
E che, il 2 Gennaio 2017, parte da Asunción, in Paraguay, per affrontare i 9.000 km e le 12 prove speciali che lo porteranno al traguardo di Buenos Aires.
Quarantottesimo assoluto.
Da quadriamputato.