Il 1° Settembre 1946, a Torino, c’era stata la prima gara fra automobili considerate di Formula 1, ma il primo Gran Premio valido per il Campionato mondiale di categoria si corse il 13 Maggio del 1950 sul circuito di Silverstone, nel Regno Unito. Venne organizzato dalla FIA, Federazione Internazionale dell’Automobile, la quale, in base ad un regolamento stilato negli anni precedenti, ammise monoposto con due tipi di motore: anteriore aspirato da 4.5 litri e super compresso da 1.5 litri.
Delle quindici scuderie iscritte, alcune con un pilota, altre con quattro, undici avevano la livrea rosso corsa, il colore assegnato agli italiani. Sette correvano con una Maserati e quattro con un’Alfa Romeo 158, la mitica Alfetta nata, negli anni Trenta, dalla collaborazione con la Ferrari e ricordata, ancora oggi, come una delle migliori vetture nella storia della Formula 1: progetto di Gioacchino Colombo, motori e trasmissioni della casa milanese, realizzazione a Maranello.
Alle sessioni di prova si presentarono 26 piloti e 21 se ne qualificarono per il via. Malgrado l’età, l’Alfetta conquistò i primi quattro posti in griglia con Giuseppe Farina, Luigi Fagioli, Juan Manuel Fangio e Reg Parnell. Dietro, a quasi un secondo, una Maserati e, a circa tre, i francesi della Talbot. Media dei più veloci: 151 km/h.
La gara non cambiò le gerarchie. Farina tagliò il traguardo in testa, seguito da Fagioli e Parnell. Fangio, invece, si ritirò per un guasto, a pochi giri dal termine, mentre occupava la seconda posizione.
Dopo quella di Silverstone, il calendario del Campionato del mondo 1950 proseguì per altre sei gare. L’unica non europea si corse ad Indianapolis, negli USA, e fu la sola a non vedere vincitrice un’Alfa Romeo, anche perché vi parteciparono soltanto concorrenti e scuderie locali.
A fine stagione, il titolo di Campione andò a Giuseppe Farina. Il pilota torinese, infatti, ottenne tre vittorie come l’argentino Fangio, ma lo sopravanzò di tre punti grazie ai migliori piazzamenti.