Léon Serpollet, uno dei pionieri dell’automobilismo mondiale, nacque a Culoz, in Francia, il 4 Ottobre 1858.
Fin da ragazzo, alimentò la passione per la meccanica a fianco del fratello maggiore Henri, col quale mise a punto un innovativo generatore a vaporizzazione istantanea, brevettato nel 1881.
In seguito, l’interesse dei due si rivolse verso dispositivi di dimensioni più ridotte, da installare su veicoli a ruote.
Partendo da lì, nel 1885, Léon ideò il triciclo a vapore e, più avanti, in collaborazione con Armand Peugeot, una vettura denominata Type 1, mostrata al mondo nell’Esposizione Universale di Parigi del 1889.
Ma era troppo presto perché i concetti di automobile e autotrazione fossero compresi ed apprezzati dal grande pubblico e il veicolo non ebbe successo.
Se Peugeot, allora, decise di dedicarsi ai motori a scoppio, Serpollet non si diede per vinto e nel 1890, con una versione avanzata dello stesso mezzo, riuscì a viaggiare da Parigi a Lione.
Nel 1891, poi, si aggiudicò un record simbolico, ottenendo la prima autorizzazione per circolare con un’automobile per le vie della capitale francese, a patto la velocità non superasse i 16 km orari.
Tre anni dopo, quattro vetture a vapore di Léon parteciparono alla Parigi-Rouen, Gara per veicoli non trainati da cavalli.
La prima giunse al traguardo 14esima e la seconda 16esima, mentre le altre due andarono in avaria lungo il percorso.
Nel 1898, per contrastare il crescente successo dei propulsori a scoppio, Serpollet e lo statunitense Frank Gardner fondarono un’azienda specializzata in auto a vapore.
Come quelli dei rivali, i mezzi montavano il motore sull’avantreno, ma erano dotati di un finto radiatore, perché, chiaramente, l’acqua della caldaia non poteva essere raffreddata.
Il 13 Aprile 1902, sempre alla ricerca di nuove sfide, Léon stabilì il record del mondo di velocità, raggiungendo i 120,761 km/h, a Nizza, al volante dell’Œuf de Pâques, un’auto a vapore con 100 cavalli di potenza.
È curioso ricordare come i primati precedenti appartenessero tutti a propulsori elettrici, compreso quello della Jamais Contente, prima a sfondare la soglia dei 100 orari nel 1899.
E come il motore a combustione interna giunse soltanto terzo, superando quello a vapore nel corso del 1902.
Léon morì improvvisamente nel 1907, quando il successo delle sue auto aveva attraversato i confini francesi, con vetture vendute in Inghilterra, Germania e Italia.