La domanda mondiale di elettricità da qui al 2025 dovrebbe crescere a una media annua del 3%, con un aumento dal 29 al 35% della quota di energia pulita all’interno del mix elettrico globale.
Il tutto a scapito di gas e carbone, ma con emissioni nocive invariate.
Sono queste le previsioni contenute nell’Electricity Market Report dell’International Energy Agency (IEA).
La domanda nel 2022 e le tendenze
La crescita nel 2022 è stata del 2%, con un lieve rallentamento rispetto al 2,4% medio degli anni pre-pandemici.
La domanda mondiale presenta molte differenze tra regione e regione: un forte incremento in India (8,4%); in Cina uno più contenuto (2,6%) a causa delle politiche zero COVID; una buona crescita negli Stati Uniti (2,6%) trainata dall’economia e dal raffrescamento e riscaldamento delle abitazioni; una contrazione nell’Unione Europea (3,5%), figlia dell’inverno mite e della crisi energetica.
In questo caso, si è trattato del secondo calo più grande dalla crisi finanziaria globale del 2009, preceduto soltanto dal crollo dovuto allo shock pandemico del 2020.
Riguardo le tendenze, sulla Cina pesano ancora le incertezze legate alla fine delle politiche zero COVID, ma si prevede che da qui al 2025 i suoi consumi saliranno in media ogni anno del 5,2% e che, a fine ciclo, equivarranno a un terzo di quelli mondiali (pesavano un quarto nel 2015).
Negli USA, invece, il fabbisogno dovrebbe contrarsi quest’anno dello 0,6%, per poi crescere dell’1,2% sia nel 2024 che nel 2025.
Quanto alla UE, nel triennio si prevede una domanda in aumento medio annuo dell’1,4%.
Nel complesso, un contributo rilevante alla crescita del fabbisogno elettrico mondiale arriverà dall’elettrificazione di alcuni processi, perché le economie avanzate stanno cercando di sostituire con l’elettricità i combustibili fossili che alimentano settori come i trasporti, il riscaldamento e l’industria.
A partire dal 2025, l’Asia rappresenterà la metà dei consumi di energia elettrica e un terzo del consumo globale sarà rappresentato dalla Cina.
Fonti energetiche rinnovabili e nucleare
L’aumento del fabbisogno globale, dovuto per oltre il 70% alle economie emergenti orientali (su tutte sud-est asiatico, India e Cina), sarà coperto per oltre il 90% dalle FER, Fonti Energetiche Rinnovabili, con un piccolo contributo del nucleare, che la crisi energetica ha ricollocato al centro del dibattito internazionale.
La maggiore offerta di rinnovabili sarà coperta per il 45% dalla Cina e per il 15% dall’Unione Europea.
Per quanto riguarda il nucleare, da qui al 2025 la capacità mondiale aumenterà ogni anno del 4% (era 2% nel periodo 2015-2019).
Oltre la metà della maggior offerta sarà a carico di quattro paesi: ancora la Cina (prima per volumi aggiuntivi: 58 miliardi di kWh); l’India (in testa per incremento percentuale: 81%); la Corea; il Giappone (che punta di nuovo sull’atomo per ridurre la propria dipendenza dal gas).
La ripresa della produzione del nucleare in Francia contribuirà per un terzo.
Gas e carbone
La produzione europea da gas scenderà, ma verrà compensata dal forte incremento in Medio Oriente.
Allo stesso modo, noi europei e gli americani taglieremo la generazione da carbone che invece aumenterà nella regione Asia-Pacifico.
Per queste ragioni, malgrado la notevole riduzione in Europa, a livello globale le emissioni resteranno sostanzialmente stabili.
Variazioni nella produzione di energia elettrica per tipologia. 2021-2025
Come andranno le emissioni di CO2?
Da qui al 2025 le emissioni nocive dovrebbero rimanere ai livelli odierni, dopo essere cresciute dell’1,3% e aver raggiunto il massimo storico nel 2022.
Le cause sono state il crollo dell’idroelettrico in Italia, Spagna e Francia causato dalla siccità, e quello del nucleare in Francia, Germania e Belgio imputabile alla chiusura o alla manutenzione di molte centrali.
L’Europa diminuirà l’intensità di CO2 del proprio settore elettrico a una media annua del 10%, ma in buona parte del mondo accadrà invece il contrario.
Previsioni dell’andamento delle emissioni nel periodo 2023-2025
Incertezze e come prepararsi
L’analisi dei dati fa dire alla IEA che i trend della generazione da fonti fossili restano comunque “fortemente dipendenti dagli sviluppi dell’economia globale, dagli eventi meteorologici, dai prezzi dei combustibili e dalle politiche pubbliche” e che gli “sviluppi in Cina, dove avviene oltre metà della generazione da carbone, resteranno un fattore chiave”.
Tutto questo, ovviamente, dipenderà dalle oscillazioni della domanda mondiale di energia. Sottolineando l’importanza degli eventi meteo estremi, l’Agenzia sostiene che “mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici richiede una decarbonizzazione più rapida e una diffusione accelerata delle tecnologie energetiche pulite.
Allo stesso tempo, con l’accelerazione della transizione verso l’energia verde, l’impatto degli eventi meteorologici sulla domanda di elettricità si intensificherà a causa della maggiore elettrificazione del riscaldamento, mentre la quota di rinnovabili dipendenti dal clima continuerà a crescere nel mix di generazione.
In un mondo del genere, sarà fondamentale aumentare la flessibilità dei sistemi energetici garantendo al contempo sicurezza dell’approvvigionamento e resilienza”.
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