I dati preliminari forniti da Terna e dal Gestore dei Mercati Energetici danno una prima immagine del mix energetico italiano del 2022.
C’è stato un vero e proprio crollo della produzione idroelettrica e la sua sostituzione, pressoché totale, con energia da fonti ad alta emissione e altrettanto elevato impatto ambientale. In altre parole, il mix energetico italiano si è spostato decisamente dalle fonti rinnovabili a quelle fossili, prima fra tutte il carbone, che nel 2022 ha raggiunto il picco massimo degli ultimi anni.
Ecco qualche cifra.
Nel 2022, uno degli anni meno piovosi, dighe, bacini e corsi d’acqua piccoli e grandi hanno prodotto 29,96 TWh di energia elettrica, ovvero 29,96 miliardi di kWh. Rispetto al 2021, anno comunque non particolarmente piovoso, la produzione è scesa di 16,39 TWh, pari al 35,34%.
La contrazione della domanda complessiva di elettricità, diminuita di circa 2,5 TWh, ha permesso di supplire parzialmente al calo dell’idroelettrico. Un piccolo, ulteriore contributo è arrivato dal solare, cresciuto del 10,5% e salito a 27,69 TWh annui rispetto ai 25,07 del 2021.
Come detto, però, l’ammanco causato dalla siccità è stato compensato soprattutto dal cosiddetto termico, vale a dire dall’energia prodotta da fonti fossili non rinnovabili. La loro quota, infatti, è cresciuta del 7,3%, passando dai 162,34 TWh del 2021 ai 174,15 del 2022.
Si tratta, in totale, di 11,81 TWh.
Di questi, 7,5 sono arrivati dal carbone, che ha fatto registrare un +58% e ha quasi toccato i 21 TWh di produzione.
L’aumento percentuale del contributo delle centrali di gassificazione è stato simile, con una crescita in termini assoluti di 2,2 TWh.
Sempre rispetto al 2021, gli olii combustibili hanno prodotto 0,6 TWh di energia in più, mentre gli impianti alimentati a gas naturale si sono mantenuti sui medesimi livelli (circa 113 TWh), malgrado le forti tensioni sul fronte dei prezzi e dell’offerta.
Va segnalato, infine, che nel 2022 il calo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili non si è limitato all’idroelettrico, ma ha toccato anche l’eolico (- 2% e 20,19 TWh) e le biomasse (-3,1% e un tetto massimo di 17,66 TWh).
A conti fatti, quindi, la quantità complessiva di energia rinnovabile prodotta nel 2022 è stata inferiore del 12,8% rispetto all’anno precedente.
In valori assoluti, siamo passati da 113,78 a 99,19 TWh, con una contrazione di 14,5 TWh.
Le fonti rinnovabili sono riuscite a soddisfare il 31% del fabbisogno totale di energia elettrica registrato in Italia nel 2022. Era il 36% del 2021.
Prevedibili le ripercussioni sulle emissioni di CO2, che ENEA registrava già in forte aumento nel terzo trimestre dell’anno.
FONTI
https://www.mercatoelettrico.org