Dopo la cancellazione, causa emergenza COVID, della Luzzi-Sambucina, settima ed ultima prova in calendario, la Giunta Sportiva ACI ha dichiarato conclusa l’edizione 2020 del Campionato Italiano Velocità in Montagna.
Di conseguenza, il titolo assoluto e quelli dei singoli gruppi sono andati a chi comandava le rispettive classifiche dopo gara sei, la 62esima Monte Erice.
Grazie alle prestazioni costanti dei propri portacolori ed ai 435 punti incamerati, il team Best Lap, sostenuto da Lenergia, ha conquistato il Trofeo Scuderie, distanziando di 21 lunghezze la veneta Vimotorsport.
La squadra campione ha anche portato al successo nel Gruppo CN Rosario Iaquinta e la sua Osella PA 21 Evo, mentre Denny Zardo su Peugeot 308 Cup ha chiuso secondo fra le RSTB.
La Ferrari 488 Challenge di Maurizio Pitorri, team principal Best Lap, è salita sul terzo gradino del podio nel Gruppo Gran Turismo e sul secondo in GT Supercup.
In entrambi i raggruppamenti, Maurizio ha preceduto Rosario Parrino, alla guida di una Lamborghini Huracan.
Prima di tutto, però, i colori Best Lap hanno accompagnato l’ennesima impresa di Simone Faggioli, il quale, oltre a chiudere in testa nel Gruppo E2SC al volante di una Norma M20 FC Zytek, si è laureato per la 14esima volta Campione Italiano assoluto.
Vincitore alle Svolte di Popoli, alla Alghero-Scala Piccada, alla Cividale-Castelmonte e alla Monte Erice, tutte gare in cui ha stabilito anche il record del percorso, Simone ha accumulato 105 punti, che gli hanno permesso di avere la meglio su Christian Merli, rivale di sempre.
A sentire il campione, la prova che gli ha cambiato la stagione è stata quella di Popoli, dopo le sconfitte nei primi due appuntamenti del 2020.
“Ero consapevole di essere competitivo grazie alle gomme Pirelli, che garantiscono molta stabilità soprattutto nelle gare più lunghe. Per la squadra è stata la prima vittoria, dopo la quale non ci siamo più fermati. Però la gara più importante è stata la Cividale-Castelmonte, a cui non partecipavo da ben 10 anni e nella quale non ero certamente favorito. Arrivare lì ed essere competitivo su un tracciato molto difficile, soprattutto in condizioni impegnative anche per il meteo, è stato un segno evidente che eravamo a posto con la macchina, con l’assetto, con gli pneumatici ed anche con la testa. Quindi, la direzione era quella giusta. Da lì in poi siamo rimasti in testa al Campionato”.