Lorenzo, il 2021 è stato, per te, l’anno della prima importante esperienza nel Campionato Italiano Gran Turismo Sprint. Come l’hai vissuto?
Bene, fino al Mugello.
Lì, perdere il Campionato senza la possibilità di battermi, a causa di un incidente, mi ha lasciato decisamente amareggiato. Dato che era il mio primo anno, arrivare all’ultima gara in lotta per il titolo non era previsto, ma speravo, ovviamente, di conquistarlo.
Le differenze più grandi fra la guida di un prototipo Wolf Thunder e quella di una Lamborghini Huracan GT?
La prima sta nel peso: un prototipo, col pilota, arriva a 450 kg, una GT3 a 1.450. Nei prototipi, quindi, le frenate sono molto più potenti e ritardate e la cosa rende il gioco più difficile, soprattutto nei sorpassi, perché bisogna gestirle in tempi molto più brevi rispetto alle vetture più pesanti.
Poi c’è l’aerodinamica. Il prototipo ne ha una più sviluppata, che ti regala curve molto più veloci, principalmente nel punto di corda, dove le velocità minime sono più alte.
Infine il motore. Le GT3 hanno più di 5.000 cc e oltre 600 cv e fanno tanto, tanto rumore. Un vero godimento!
E quella fra guidare per un’intera corsa da solo e condividere il volante con un compagno d’equipaggio?
Guidare in coppia ha sia lati positivi che negativi.
Con un compagno valido si può fare gioco di squadra, ci si aiuta a vicenda analizzando la telemetria e si possono trovare ulteriori stimoli quando non si riesce più a migliorare. Di contro, il risultato non è solo nelle tue mani.
A questo punto, due parole su Max Mugelli, tuo partner di quest’anno sulla Lamborghini GT.
Ha trovato delle difficoltà ad adattarsi, dato che corre, da sempre, con le Ferrari. La Lamborghini è una vettura velocissima, ma estremamente difficile da guidare quando la porti al limite. Ne so qualcosa, visti i due incidenti nell’arco dell’anno.
Diciamo che, nel complesso, non è stato facile.
Prospettive per il 2022?
Allenarmi molto e farmi trovare pronto per qualsiasi opportunità.
(Testo raccolto da Luca Dentini)