Terna prosegue nella diffusione dei dati sull’elettricità in Italia nel 2022. Dopo l’analisi della composizione del mix energetico, ecco una sintesi sui consumi.
Da gennaio a dicembre 2022, il fabbisogno nazionale di energia elettrica ha toccato i 316,8 miliardi di kWh, con una flessione dell’1% rispetto al 2021.
La contrazione, comunque modesta, dipende da un’annata a due velocità: nei primi sei mesi la domanda è cresciuta, nei successivi sei è scesa, soprattutto da agosto, con un picco a dicembre.
A monte, una serie di fattori concomitanti: le temperature miti dell’autunno e dei primi giorni d’inverno, l’impennata dei prezzi dell’energia e il conseguente contenimento dei consumi da parte di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione, anche dietro indicazione del Governo.
I dati diffusi da Terna dimostrano come a tagliare di più sia stata proprio l’industria energivora. Rispetto all’anno precedente, infatti, l’Indice Mensile dei Consumi Elettrici Industriali (IMCEI) è sceso del 5,4%. A livello territoriale, invece, la domanda è rimasta pressoché invariata al Centro (-0,3%), al Sud e nelle Isole (-0,2%), mentre è scesa in misura più consistente al Nord (-1,5%).
I circa 317 miliardi di kWh del fabbisogno nazionale italiano sono stati coperti per l’86,4% dalla produzione interna e per la quota rimanente, 13,6%, dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Entrambe le percentuali sono praticamente le stesse del 2021.
Come detto, nel 2022 è stato dicembre il mese di maggiore contrazione dei consumi: il fabbisogno complessivo di elettricità è sceso del 9,1% rispetto al dicembre 2021, attestandosi sui 25 miliardi di kWh. Le cause sono il minor numero di giorni lavorativi (20 contro 22) e una temperatura media più alta di ben 2°.
Anche il dato destagionalizzato e calcolato al netto degli effetti del calendario e del clima risulta in calo del 6,5%. In questo caso, il valore di dicembre 2022 è sostanzialmente in linea con quello del mese precedente.
Rispetto a dicembre 2021, l’indice IMCEI ha segnato una flessione del 15%, con un calo della domanda degli energivori soprattutto nel comparto siderurgico, in quello meccanico e in quello della lavorazione dei metalli non ferrosi. Unici settori con segno più sono l’alimentare, il ceramico e il vetrario, mentre è stabile il chimico.
L’analisi territoriale 2022 fornisce soltanto indici negativi rispetto al 2021: contrazione dei consumi dell’8,3% al Nord, del 9,4% al Centro, del 10,5% al Sud e nelle Isole.
Da segnalare, infine, che il fabbisogno nazionale italiano nel dicembre 2022 è stato soddisfatto per l’89,4% dalla produzione interna e per il 10,6% dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
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